Koyomimonogatari – Koyomi Flower 003

Koyomimonogatari
Koyomi Flower
003

Conformemente agli ordini della Principessa Senjougahara, nel seguente decimo giorno di Maggio, la mattina presto, andai sul tetto di uno dei palazzi del liceo Naoetsu.
Da solo, ecco.
Poiché era la sua storia, il piano prevedeva che anche Senjougahara fosse presente ma, sfortunatamente, proprio in quel giorno dovette andare all’ospedale.
Perciò, in vece di ‘amico’, andai al suo posto. Tuttavia, più che come amico, sembrava stessi venendo usato a suo piacimento come un servo però, in entrambi i casi, non ebbi motivo per respingere la sua richiesta.
Inoltre, non avevo niente di meglio da fare.
“Fallo per me, ok? Se finirà bene, ti mostrerò un’altra volta le mie tette.”
“Non ce n’è bisogno!”
E poi, non dire ‘un’altra volta’.
Durante quegli scambi di parole, finii per accettare l’incarico e andare sul tetto come Senjougahara mi aveva detto.
“Il tetto di un palazzo? Quale?”
“Uno qualsiasi andrà bene, tutti sono ‘in quel modo’.”
Dato che Senjougahara aveva affermato qualcosa di simile a questo, all’inizio andai sul tetto del palazzo che ospitava la mia classe. Dopotutto, se la racconto in questo modo, sembra che abbia seguito un qualche tipo di ordine.
Ma, i tetti del liceo Naoetsu erano limitati al pubblico e agli studenti comuni era proibito l’accesso. La porta del tetto era chiusa, quindi, uno studente al di sotto della media come me, meno importante di uno studente ordinario, normalmente non avrebbe avuto alcuna chance di entrare.
Poi, se volete sapere come ho violato il tetto, ciò che semplicemente feci, fu quello di arrampicarmi per il muro esterno del palazzo da una finestra all’ultimo piano.
Se le mie mani fossero scivolate anche solo di poco, sarei morto all’istante.
E il perché mi fossi spinto così tanto in là per una ragazza incontrata solo due giorni prima, non lo capisco nemmeno io, ma è possibile che mi sia sentito talmente affamato da soddisfare la richiesta di un’amica.
Hmm.
Ho detto di aver abbandonato la mia dottrina che predicava: ‘Farsi degli amici diminuisce la tua forza di essere umano.’ e, vedendo una situazione come queste, mi fa pensare non fosse poi tanto un errore, anzi.
Ma, quando lo spiegai a Senjougahara, per il bene del suo onore, non si sarebbe di certo aspettata che fossi andato così lontano.
O almeno, quello che disse fu: ‘Avresti dovuto chiedere aiuto a Hanekawa. Se lei fosse andata da un professore inventando una scusa, allora il professore sarebbe stato contento di prestarti una chiave, probabilmente.’
Be’, se una studentessa importante quanto Hanekawa l’avesse chiesto, la maggior parte degli insegnanti non avrebbero formulato questioni, a prescindere da quanto fosse assurda la richiesta. Tuttavia, non chiesi nulla a causa della mia alta considerazione di Hanekawa. Con i fatti della Golden Week e tutto il resto, mi sentirei piuttosto fuori luogo a chiederle aiuto.
Be’, anche se era un’azione pericolosa, e nonostante non fosse qualcosa che avrei fatto volontariamente, arrampicarmi su per il muro era difficilmente un rischio a confronto con l’incubo della Golden Week, o a quell’inferno che era la pausa primaverile.
Poi…
“Ah, è vero. È come ha detto Senjougahara.”
Dopo essermi arrampicato per il recinto e aver piazzato i miei piedi sulle mattonelle del tetto, capii che le parole di Senjougahara non erano false. Se mai vi siete posti la domanda: sì, be’, ho pensato potessero essere false.
Scusate, ma non potevo bermi così facilmente le parole di qualcuno come lei, che racconta bugie come se respirasse.
Dovevo tenere gli occhi aperti e ci ho provato.
Ero eccitato e, senza curarmene, ho rimandato le spiegazioni. C’era la possibilità che Senjougahara stesse mentendo, per questo avevo tralasciato la descrizione fino ad ora.
Come aveva detto lei, esattamente sul tetto c’era un bouquet.
Un bouquet di fiori.
Vicino il recinto, era stato piazzato un mazzo avvolto in un foglio di carta vinile, e forse, invece di essere stato posto, era stato offerto.
Ad ogni modo.
Un bouquet di fiori nuovo di zecca stava sul tetto, dove l’accesso si supponeva fosse proibito.
“…”
Sembra che ieri Senjougahara abbia visto i fiori vicino il palo del telefono e ricordato questo bouquet sul tetto. Guardandolo da un’altra prospettiva, per lei questo era una cosa talmente irrilevante che se ne era praticamente scordata.
Era così irrilevante che, come se ne era scordata velocemente, all’improvviso se ne era ricordata.
Comunque.
Dato che sembrava futile, significa che lei l’aveva trovato un po’ strano.
“Ehm, Senjougahara. Perché sei andata sul tetto?”
La notte prima.
A quel punto, avevo ancora i miei dubbi sulle cose dette da Senjougahara, così pensai che avrei provato a verificare le sue affermazioni, e posi quella domanda.
“Come sei salita sul tetto, se l’accesso s’ipotizza essere proibito?”
“Potrei non essere brava quanto la sorellona Hanekawa, ma anch’io sono una studentessa meritevole. Sono in grado di prendere in prestito la chiave semplicemente inventandomi una scusa con il professore.”
“Be’, anche se questo fosse il caso, non parlare di Hanekawa come se fosse tua sorella.”
“Oh, stai cercando di dirmi che solo tu puoi riferirti a Hanekawa chiamandola ‘sorellona’?”
“Non l’ho mai fatto!”
Pareva che Senjougahara stesse, per qualche ragione, sospettando che io avessi dei sentimenti non corrisposti per Hanekawa o qualcosa di simile. Non so esattamente su quale base lo pensasse.
“Be’, in ogni caso, per ora va bene. Lo metterò da parte. Quindi, perché e quando sei andata sul tetto? Se dovevi inventarti una scusa, sembrerebbe tu non stessi dicendo la verità al professore…”
“Che sciocchezza! Solo le persone che hanno capacità deduttive mi attraggono.”
“…”
Apparentemente non avevo il diritto di leggere tra le righe delle parole di Senjougahara. Dato che ogni mia osservazione fatta era stata criticata, a quel punto, per come stava andando, il flashback non sarebbe mai finito. Ergo, se tralascio la maggior parte di quello che Senjougahara ha pronunciato…
“Ad ogni modo, quando sono entrata al liceo Naoetsu, dovevo prendermi cura delle mie condizioni fisiche. Per il bene della mia salute, prendo delle misure di sicurezza.”
Disse quello.
Ignorando che aveva appena affermato, con un grande gioco di parole, di essere talmente diffidente verso le altre persone da addirittura aver scritto un falso indirizzo nella lista di spedizione della classe.
In modo differente rispetto a come Hanekawa aveva dato un’occhiata in giro per il liceo Naoetsu quando aveva fatto gli esami d’ammissione (o forse dopo che era entrata), Senjougahara doveva aver meticolosamente investigato per vedere cos’era pericoloso e cos’era sicuro, chi era un amico e chi un nemico.
E, non solo dopo essere entrata al liceo, ma per i due anni passati, avrebbe potuto continuamente portare avanti le sue investigazioni. Ma, se l’ha fatto, allora sarebbe a conoscenza dell’altro giorno, quando ho distrutto l’altare nel cortile; forse aveva semplicemente deciso che quello era ‘sicuro’ e l’aveva ignorato.
Inoltre, nel mezzo di tutte quelle cose che lei aveva ignorato ugualmente, il bouquet di fiori sul tetto ad accesso limitato era presente.
“È diverso dalle storie di anomalie, o persino da quelle di fantasmi ma, se ci pensi, è sempre una storia misteriosa, non è vero?”
Sì.
Era proprio una storia misteriosa.
Ma per quale motivo.
Hanekawa l’aveva già detto, nei diciotto anni di storia che il liceo Naoetsu possedeva, non c’era stato nemmeno un incidente nel quale un alunno fosse morto, ecco il motivo.
Questo.
Il perché questi fiori fossero stati offerti, come se qualcuno fosse saltato giù dal tetto, era un mistero.
È completamente diverso dagli studenti che passano e lasciano dei dolci a quel debole altare. Sembrava in tutto e per tutto un’offerta di fiori.
Mettendo le mie mani sulla scala della torre idrica del tetto, mi arrampicai su una posizione ancora più alta e guardai attorno per accertarmi nuovamente delle parole di Senjougahara.
Un bouquet era stato messo sopra ogni tetto, erano uguali. Non ero completamente sicuro, perché erano tutti molto lontani, ma da quello che potevo vedere, ognuno era composto dallo stesso tipo di fiore.
“…”
Guarda un po’, Hanekawa.
Sebbene lei avesse setacciato la scuola per offrire delle “storie di fantasmi scolastiche” a Oshino e mostrargli così la sua gratitudine, pensare non sapesse di tutto questo era strano. Nel suo caso, però, è possibile che avesse controllato solo i posti cui poteva accedere con facilità, a differenza di Senjougahara.
Credo non ne sapesse veramente nulla, e il fatto che invece Senjougahara ne fosse a conoscenza è spaventoso.
“Comunque nessuno voleva ammazzarsi. Oshino vorrebbe avere una storia così? La storia di qualcuno che abbia continuato a lasciare dei fiori su tutti i tetti senza far trapelare nulla?”
Chiese Senjougahara, nel suo solito modo totalmente inespressivo.
E con lo stesso piatto tono di voce.
“Ad essere precisi, varrebbe circa centoventimila yen, o no?”
“…”
Stava puntando ad avere ventimila yen per una tangente.
Quella ragazza aveva certamente una personalità unica.
Pensavo fosse poco collaborativa a causa della sua malattia e della sua anomalia, o almeno lo era diventata senza alcun dubbio a causa di quella. È abbastanza possibile invece che la sua personalità fosse ancor più strana prima di tutta la faccenda.
Stava solo dirigendo una recita che la portava a essere considerata come una donna solitaria, ma mi chiedo in quale modo sarebbe stata etichettata se non avesse messo in scena quel teatrino.
Be’, in ogni caso.
Sono stato capace di ottenere la prova della storia di Senjougahara, quindi ora quello che dovevo fare era portare questa storia così com’era a Oshino.
E, sebbene io mi sia comportato come se fossi completamente indifferente e disinteressato a questa avventura, ero invece piuttosto curioso di sapere in che modo Oshino l’avrebbe spiegato.
Fiori lasciati per un suicidio che non è mai avvenuto.
Un bouquet di fiori.
Aveva qualche obiettivo o intenzione per la testa o…
“… Be’, comunque.”
Borbottai.
Sulla cima della torre idrica.
“Come farò a rientrare nell’edificio…”

Traduzione: Kujiyoi
Check: Roxas
Adattamento: PsychoWaifu

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