Spice and Wolf I – Capitolo 2-1

Siamo tornatiiiii papparappapapapaaaaa.
Buona lettura!

CAPITOLO 2
Parte 1

La pioggia cadeva violentemente. La minacciosa tempesta aveva infine raggiunto Lawrence e Holo, che, però, fortunatamente, intravidero non senza difficoltà una chiesa e vi si precipitarono. Diversamente dal monastero, la chiesa sopravviveva grazie ai tributi pagati da viaggiatori e pellegrini che decidevano di fermarsi per la notte e di pregare per un viaggio sicuro, perciò Lawrence e Holo furono accolti calorosamente, senza sguardi indiscreti.
Ciononostante, ad una ragazza con le orecchie e coda da lupo non sarebbe stato permesso entrare in una chiesa. Holo si coprì la testa e il volto con un cappuccio, inventando, come scusa, che fosse la moglie di Lawrence e che si fosse gravemente ustionata il viso.
Lui sapeva che Holo stava ridendo tra sé e sé sotto il velo, ma lei capiva la reazione che avrebbe suscitato in quella chiesa, perciò quella decisione fu piuttosto azzeccata. Inoltre, il fatto che avesse sofferto molte volte per mano della Chiesa non era certamente una menzogna.
Anche se non fosse stata un demone, ma un’incarnazione di un animale, era una piccola differenza che non poteva essere accettata. Per la Chiesa, tutti gli spiriti al di fuori del dio a lei consacrato erano considerati anatemi, strumenti del male.
Ma, proprio attraverso i cancelli di quella chiesa, i due erano passati facilmente e avevano affittato una camera, e quando Lawrence ritornò in camera dopo aver sistemato il suo carro, completamente zuppo, trovò Holo, nuda fino alla vita e intenta a strizzare i suoi capelli. L’acqua cadeva in grandi e indecorose gocce dalla sua meravigliosa chioma castana. Il pavimento era già pieno di buchi, quindi un po’ d’acqua non sarebbe stato un problema, a differenza della difficoltà di Lawrence a distogliere lo sguardo.
“Ahah, l’acqua fresca ha davvero alleviato le mie ustioni” disse Holo, noncurante di Lawrence.
Soddisfatta o meno dalla loro bugia, Holo sorrise. Pettinando di lato i capelli che le erano caduti sul viso, li tirò su e indietro con un grande movimento.
La fierezza del gesto era innegabilmente quella di un lupo, e non era difficile notare che i capelli bagnati, scompigliati com’erano, assomigliavano davvero ad una pelliccia.
“La tua merce sarà sicuramente perfetta. Erano delle buone pelli di martora, e le martore vivono nelle montagne, le stesse dove vive la mia specie.”
“Faranno vendere molto?”
“Non ne sono sicura. Non sono mica una mercante di pellicce.”
Lawrence annuì alla sensata risposta, poi incominciò a spogliarsi e ad asciugare i suoi vestiti.
“Oh, giusto” disse, ricordando. “Cosa dovremmo fare con quel fascio di grano?”
Finì di strizzare la sua camicia e mentre stava per fare lo stesso con i suoi pantaloni si ricordò della presenza di Holo; la guardò e scoprì che ora era completamente nuda mentre cercava di asciugare gli abiti che portava. Si sentì in qualche modo infastidito, allora anche lui si azzardò a spogliarsi e a fare lo stesso.
“Hm, cosa intendi per ‘cosa dovremmo farci?’”
“Volevo dire, dovremmo trebbiarlo o lasciarlo così? Cioè, supponendo che sia vero il fatto che abiti nel grano.”
Lawrence si stava facendo gioco di Holo, ma lei si limitò a rivolgergli un leggero sorriso.
“Finché vivo il grano non marcirà né appassirà. Ma se dovesse essere bruciato, mangiato o piantato a terra io probabilmente scomparirei. Quando sarà possibile, potresti trebbiarlo e tenerlo al sicuro da qualche parte; sarebbe la scelta migliore.”
“Capisco. Allora lo trebbierò e metterò il grano in una sacchetta. Dovresti tenerlo te, no?”
“Sarebbe d’aiuto. Ancora meglio se potessi appenderlo attorno al collo,” disse Holo.
Distraendosi un momento, Lawrence guardò il petto di Holo, ma distolse lo sguardo velocemente.
“Però speravo di poterlo commerciare un po’ altrove. Possiamo metterne un po’ da parte per venderlo?” chiese Lawrence dopo essersi calmato.
Sentì un fruscio e girandosi si accorse che la coda di Holo si agitava selvaggiamente. La pelliccia della coda era veramente bella e schizzò rapidamente molta acqua. Lawrence si corrucciò quando la sua faccia venne bagnata dalle gocce che volavano, ma Holo sembrò non farci caso.
“La maggior parte dei raccolti cresce bene grazie al terreno della loro regione. In altri appassisce presto, questo è il punto. È inutile portarli altrove.”
Holo guardò pensierosa i vestiti che aveva finito di strizzare, ma visto che non aveva nient’altro con cui cambiarli, indossò di nuovo gli stessi vestiti ancora stropicciati. Dal momento che non erano modesti come quelli indossati da Lawrence, lasciò cadere l’acqua per bene. Lawrence pensò che la situazione era piuttosto assurda, ma non disse nulla e tornò ad occuparsi dei suoi umidi e stropicciati abiti, dopodiché fece un cenno ad Holo.
“Andiamo ad asciugarci nel salone. Con questa pioggia, sarà piena di persone radunate attorno alla fornace.”
“Hm, una buona idea,” disse Holo, coprendo la sua testa con il sottile mantello. Una volta coperta, ridacchiò.
“Cosa c’è di così divertente?”
“Eheh, non penserei mai di coprirmi il volto, se davvero fossi ustionata.”
“Oh? E cosa faresti?”
“Le ustioni diventerebbero parte di me, come le mie orecchie o la mia coda. Prove della mia unicità.”
Lawrence era in qualche modo impressionato dalla sua affermazione. Nonostante ciò, si chiese aspramente se si sarebbe sentita allo stesso modo se fosse stata veramente ferita.
Holo interruppe le sue fantasie.
“So cosa stai pensando,” disse.
Sotto il cappuccio, sorrise maliziosamente. L’angolo destro della sua bocca si arricciò in un sorrisetto, mostrando un dente appuntito.
“Vuoi ferirmi e vederlo da solo?”
A Lawrence non sarebbe dispiaciuto rispondere alla sua provocazione, ma concluse che se avesse realmente reagito e tirato fuori il suo pugnale, le cose sarebbero potute veramente sfuggirgli di mano.
Era possibile che lei stesse dicendo sul serio. Anche se, più probabilmente, era solo la sua natura così adorabilmente maliziosa.
“Sono un uomo. Non potrei mai ferire un volto così bello.”
Sentendolo dirle ciò, Holo sorrise come se avesse ricevuto un regalo anticipato e si avvicinò scherzosamente a lui. Un dolce profumo vorticava indistintamente intorno a lui, trascinando il corpo di Lawrence. Completamente indifferente alla sua reazione, Holo lo annusò per poi allontanarsi leggermente.
“Sarai anche stato sotto la pioggia, ma hai ancora un cattivo odore. Un lupo può sentire certe cose.”
“Perché tu…”
Lawrence tirò un pugno poco seriamente, ma Holo si mosse abilmente a lato e lui le colpì solo i capelli. Lei rise piegando la testa, e continuò.
“Anche un lupo sa come evitare di sporcarsi il pelo. Sei un bell’uomo, sì, ma hai bisogno di mantenerti pulito.”
Lawrence non sapeva se lo stesse prendendo in giro oppure no, ma era impossibile capirlo se detto da una ragazza come Holo. Per quanto poteva ricordare, Lawrence curava il suo aspetto solo quando questo potesse aiutarlo nelle negoziazioni, senza pensare se fosse stato attraente per una donna.
Se il partner della negoziazione fosse stato una donna, avrebbe potuto accorgersi del problema, ma sfortunatamente non aveva mai incontrato un mercante femmina.
Non sapeva come rispondere, perciò si voltò semplicemente e rimase in silenzio.
“Però la barba è piuttosto carina.”
La barba di media lunghezza che cresceva dal mento di Lawrence era sempre stata apprezzata. Lawrence accettò il complimento con garbo, girandosi verso di lei, piuttosto orgogliosamente.
“Però la preferisco un po’ più lunga.”
Le barbe lunghe non erano popolari tra i mercanti. Il pensiero sorse automaticamente in Lawrence, ma Holo disegnò una linea dal suo naso alle sue guance con l’indice, continuando lo scherzo.
“… In questo modo, come un lupo.”
Lawrence ora era finalmente consapevole di essere stato preso in giro. Lui la ignorò e camminò verso la porta della stanza, anche se si sentiva infantile nel farlo. Holo ridacchiò e lo seguì. In verità, Lawrence non era affatto arrabbiato con lei.
“Ci saranno molte persone intorno alla fornace. Fai attenzione, è meglio non lasciarsi scappare niente.”
“Io sono il saggio lupo Holo! Tempo fa ho viaggiato tranquillamente per Pasloe in forma umana. Non preoccuparti!”

Le chiese e le locande lontane dalle città erano importanti fonti di informazioni per un mercante. Le prime in particolare attiravano tutti i tipi di persone. Una locanda poteva ospitare viaggiatori poveri e mercanti brizzolati, ma le chiese erano diverse. Ci si poteva trovare chiunque, dai mastri birrai ai ricchi nobili.
La Chiesa dove Lawrence e Holo si erano fermati dava alloggio a dodici ospiti. Alcuni sembravano essere mercanti; gli altri erano di varie professioni.
“Ah, quindi venite da Yorenz?”
“Sì, ho consegnato del sale a un mio cliente e ho preso in cambio delle pellicce di martora.”
La maggior parte degli ospiti sedeva sul pavimento del salone, consumando i loro pasti o spulciando i vestiti. Una coppia monopolizzava la panchina di fronte alla fornace. Nonostante fosse una “grande sala”, non era particolarmente spaziosa, perciò non importava dove ci si trovasse all’interno dell’affollata stanza, il camino acceso avrebbe asciugato i vestiti in qualunque caso. I vestiti della coppia non sembravano bagnati, perciò Lawrence immaginò che erano probabilmente ricchi, e che avessero fatto una generosa donazione alla chiesa per potervi rimanere a loro piacimento.
Lawrence non si sbagliava; drizzò le orecchie per ascoltare un punto della conversazione della coppia da dove sarebbe potuto entrare, e aspettò la sua occasione.
La moglie si era fatta silenziosa, probabilmente a causa dell’estenuante viaggio, e il suo marito di mezz’età lo accolse nella conversazione.
“Comunque, tornare indietro fino a Yorenz, non è piuttosto difficile?”
“Questo dipende da quanto è astuto il mercante.”
“Oh oh, interessante!”
“Quando ho comprato il sale a Yorenz, non ho speso denaro. In verità, avevo già venduto un carico di grano a un’altra filiale della stessa compagnia in un’altra città, ma quando ho venduto il grano non ho riscosso alcun pagamento; né ho pagato per il sale. Così ho concluso due diversi affari senza scambi di denaro.”
Questo sistema di baratto era stato inventato da una nazione mercantile del sud circa un secolo fa. Quando il maestro di Lawrence aveva spiegato, lui si era arrovellato per due settimane prima di riuscire a comprenderlo. Apparentemente l’uomo di fronte a lui non aveva mai sentito parlare di questo metodo e sembrava incapace di comprenderlo ascoltando la spiegazione solo una volta.
“Capisco… Che strano espediente,” disse annuendo. “Io vivo nella città di Perenzzo e la mia vigna non ha mai utilizzato un metodo simile per vendere la nostra uva. Potrebbe funzionare anche per noi?”
“Questo sistema di baratto fu inventato da dei mercanti che avevano bisogno di un metodo comodo per negoziare con persone provenienti da numerose terre diverse. Come proprietario di una vigna, devi fare attenzione a non lasciare che i commercianti di vini inizino a spargere la voce che la tua uva sia scadente per comprarla a basso prezzo.”
“Si. Abbiamo discussioni del genere ogni anno,” disse l’uomo con un sorriso, ma i contabili che assumeva non trovavano niente di cui ridere riguardo le accese discussioni che avevano con i commerciati di vini. La maggior parte dei proprietari di vigneti era nobile, ma quasi nessuno di loro dava una mano nella coltivazione o nella vendita dei loro prodotti. Il conte Ehrendott, che amministrava la regione intorno a Pasloe, era decisamente eccentrico su questo fronte.
“Lawrence, giusto? La prossima volta che vieni a Perenzzo passa a trovami.”
“Lo farò, grazie mille.”
Come era d’uso tra la nobiltà, l’uomo non diede il proprio nome, supponendo che fosse già conosciuto. Era visto come qualcosa di normale tra la plebe dare il proprio nome a qualcuno.
Senza dubbi, se Lawrence visitasse Perennzo e chiedesse del padrone del vigneto, gli sarebbe indicato quest’uomo. Però, anche se fosse stato a Perenzzo, per un uomo del ceto sociale di Lawrence sarebbe stato praticamente impossibile organizzare semplicemente un incontro con lui. Di conseguenza le chiese erano il miglior luogo per creare simili legami.
“Bene, dal momento che mia moglie sembra stanca, mi congedo da voi.”
“Possa Dio permetterci di incontrarci nuovamente,” disse Lawrence.
Era un saluto tipico all’interno della Chiesa. L’uomo si alzò dalla sua sedia e, insieme a sua moglie, fece un cenno educato prima di lasciare la sala. Lawrence si alzò e mise a posto la sedia che l’uomo gli aveva chiesto di prendere dall’angolo della stanza. Poi Lawrence riportò nell’angolo anche le sedie che aveva usato la coppia.
Le sole persone che si sedevano nelle sedie nella sala grande erano i nobili, i cavalieri e i ricchi. La maggior parte della gente non gradiva nessuno dei tre.
“Eh eh, lei non è un uomo da prendere in giro, capo!”
Una volta che Lawrence aveva messo a posto le sedie ed era ritornato a fianco di Holo in mezzo alla sala, un uomo si avvicinò a loro. Dati il suo abito e il suo interesse anche lui era un mercante. Il suo viso barbuto sembrava giovane. Probabilmente non aveva cominciato a lavorare per conto proprio da molto tempo.
“Sono solamente un mercante itinerante come chiunque altro,” disse brevemente Lawrence. Vicino a lui Holo si raddrizzò. Il cappuccio sopra la sua testa si mosse leggermente; solo Lawrence poteva sapere che quel movimento era causato dal fatto che Holo aveva drizzato le orecchie.
“Proprio per niente, maestro. Volevo parlare con lui da parecchio tempo, ma non riuscivo a trovare l’occasione. Eppure lei lo ha fatto come se nulla fosse. Pensando che ci sono commercianti come lei a cui andrò contro in futuro, non è facile non disperarsi.”
L’uomo sorrideva mentre parlava, facendo notare che gli mancava un dente, cosa che gli donava un certo fascino. Oppure si era tolto apposta il dente per dare maggiore convinzione al suo sciocco sorriso. Da mercante, doveva sapere come usare il suo aspetto per ottenere un risultato migliore.
Lawrence realizzò che sarebbe stato meglio non essere negligente.
Ciononostante, lui stesso aveva iniziato una conversazione in questa maniera quando aveva appena cominciato, perciò ebbe una scintilla d’empatia per l’uomo.
“Non è niente, quando avevo iniziato, tutti i mercanti affermati mi sembravano dei mostri. Metà di loro anche ora. Ma anche io sto ancora imparando. Devi solo tenerlo in mente.”
“Eheh, è un sollievo sentirglielo dire, capo. A proposito, io sono Zheren e, anche se probabilmente lo avrà già intuito, ho appena iniziato la mia carriera da mercante. Sia paziente con me, signore.”
“Io sono Lawrence.”
Lawrence ricordò che quando aveva appena iniziato, anche lui aveva provato a iniziare delle conversazioni come questa, diventando frustrato per le risposte glaciali. Ma in quel momento, dopo aver sentito parlare un mercante preoccupato, capiva quella freddezza.
Un giovane mercante che ha appena iniziato non ha niente da dare e può solo ricevere.
“Quindi… Lei è la tua accompagnatrice?”
Non era chiaro se Zheren avesse introdotto questo argomento perché non aveva realmente niente da condividere o se aveva commesso il comune errore da principiante di provare a ottenere qualcosa senza offrire niente in cambio. Se questa fosse stata una conversazione tra veterani, avrebbero già scambiato informazioni riguardo due o tre luoghi.
“Mia moglie, Holo.” Per un momento Lawrence esitò, pensando se avesse dovuto usare un nome falso, ma alla fine decise che non ce n’era bisogno.
Holo si inchinò leggermente in avanti in segno di saluto mentre il suo nome veniva menzionato.
“Oh, un mercante e sue moglie insieme?”
“È piuttosto eccentrica, preferisce il carro alla casa di paese.”
“Comunque, per far coprire tua moglie in un mantello in questa maniera, deve essere veramente importante per te.”
Lawrence aveva un po’ di invidioso rispetto per il carisma dell’uomo; forse era della zona malfamata della città. Dal canto suo, a Lawrence era stato insegnato dai suoi genitori che non era il massimo dire queste cose.
“Eh eh, ma è un istinto dell’uomo voler vedere le cose nascoste. Dio ci ha guidato entrambi qui. Mi lascerai sicuramente dare un’occhiata a tua moglie.”
Che sfrontatezza! Pensò Lawrence nonostante sapesse che Holo non fosse in realtà sua moglie.
Ma prima che Lawrence potesse rimproverarlo, Holo parlò.
“Il viaggiatore è più felice prima del viaggio; l’abbaiare del cane è più feroce del cane stesso, una donna è più bella da dietro. Mostrare il mio volto in pubblico distruggerebbe molti sogni, pertanto è qualcosa che non posso fare,” disse sorridendo leggermente sotto il velo.
Zheren, castigato, poté solo sorridere. Persino Lawrence fu impressionato per la sua vivace eloquenza.
“Eheh… Sua moglie sa il fatto suo, maestro.”
“Faccio quello che posso per evitare di essere bistrattato.”
Lawrence era piuttosto serio.
“Bene… È sicuramente la provvidenza che mi ha fatto incontrare voi due. Potete dedicare un momento ad ascoltare la mia storia?” disse Zheren. Il silenzio scese mentre lui mostrò per un attimo il suo sorriso privo di un dente e si avvicinò ai due.

Diversamente dalle tipiche locande, le chiese fornivano solo alloggio, non cibo. Comunque il focolare poteva essere usato per cucinare, purché si desse una donazione adeguata. Lawrence lo fece e mise cinque patate nella pentola a bollire. Naturalmente la legna per il fuoco doveva essere comprata ugualmente.
Ci sarebbe voluto del tempo per far giungere a temperatura l’acqua, perciò Lawrence trebbiò il grano che ospitava Holo e trovò un sacchetto di cuoio inutilizzato per contenerlo. Ricordando che Holo avrebbe voluto appenderlo al collo, Lawrence prese una stringa di cuoio e badò il focolare. Le patate, la legna, il sacchetto e la stringa vennero a costare abbastanza tutto insieme, perciò mentre portava le patate alla camera rifletté su quanto Holo fosse in debito.
Dal momento che le sue mani erano piene, Lawrence non poté bussare, ma le sensibili orecchie da lupo di Holo identificarono il suo passo. Comunque quando entrò nella stanza, la schiena di Holo era rivolta verso di lui mentre lei sedeva nel letto, strigliandosi la coda.
“Hm? Che buon odore,” disse alzando la testa. Evidentemente il suo naso era sensibile quanto le sue orecchie.
Le patate erano ricoperte di formaggio di capra. Lawrence non si sarebbe mai concesso un tale lusso se fosse stato da solo, ma ora che erano in due, decise di essere generoso. Le reazione felice di Holo ripagò ampiamente la scelta.
Lawrence posò le patate sul tavolo vicino al letto, e Holo si allungò per aiutarsi a prenderle. Ma prima che lei potesse afferrare una patata, Lawrence le lanciò il sacchetto pieno di grano.
“Ma che… Oh. Il grano.”
“Ed ecco una stringa, così puoi trovare un modo per appenderlo intorno al collo.”
“Mh. Ti ringrazio. Ma questo ha la precedenza,” disse lanciando in disparte il grano con sorprendente trascuratezza, per poi leccarsi le labbra e prendere una patata. A quanto pare, mangiare era una priorità per Holo.
Una volta afferrata, la spezzò immediatamente in due. Il suo volto si accese alquanto per il piacere del vapore che saliva dalla cena. Con la coda che scodinzolava avanti e indietro sembrava innegabilmente un cane, ma Lawrence era certo che se glielo avesse fatto notare lei si sarebbe irritata, perciò non disse nulla.
“E così i lupi trovano le patate deliziose, eh?”
“Già. Come se noi lupi non mangiassimo altro che carne tutto l’anno. Mangiamo i teneri germogli degli alberi. Mangiamo il pesce. E i raccolti degli uomini sono ancora più buoni dei germogli degli alberi. Inoltre mi piace molto l’abitudine degli uomini di cuocere la carne e le verdure.”
Si diceva che la lingua dei gatti non sopportasse i cibi caldi, ma sembrava che i lupi non avessero questo problema. Holo tenne metà della patata nella sua mano e infilò l’intero pezzo nella sua bocca in una volta sola, dopo averlo soffiato due o tre volte. Lawrence sentì che ne aveva messa troppa per riuscire a masticare, e infatti sembrava stesse soffocando. Lawrence le passò dell’acqua, e con questa Holo riuscì a mandar giù il boccone.
“Phew. Piuttosto sorprendente. La gola degli umani è così stretta. È piuttosto scomoda.”
“I lupi ingoiano le cose per intero, vero?”
“Mhh. Beh, a noi manca questo, perciò non possiamo masticare a nostro piacimento.”
Holo tirò l’estremità delle sue labbra; presumibilmente stava parlando delle guance.
“Comunque in passato mi sono soffocata con le patate, è vero.”
“Oh oh.”
“Immagino che io e le patate siamo sfortunate.”
Lawrence si trattenne dal dirle che era la sua voracità che attirava la malasorte, non le patate.
“Prima,” iniziò invece Lawrence, “avevi detto qualcosa riguardo al fatto di riuscire a capire quando qualcuno mente?”
Non appena sentì la domanda, Holo si girò verso di lui mentre stava ancora masticando, ma subito distolse lo sguardo e mosse la sua mano.
Prima che Lawrence potesse chiederle il perché di quel gesto, la mano di Holo si fermò a mezz’aria, come se avesse afferrato qualcosa.
“Ci sono ancora delle pulci.”
“A causa della tua bella pelliccia. Scommetto che è un letto meraviglioso per loro.”
Il trasporto delle pellicce o dei tessuti faceva uscire spesso le pulci, a seconda della stagione. Lawrence lo disse per esperienza personale, ma Holo sembrò stupita e spinse il petto in fuori come se parlasse orgogliosamente.
“Quindi è vero che puoi distinguere la verità dalle menzogne?”
“Hm? Oh, più o meno.” Dopo aver ripulito la mano con cui aveva preso la pulce, Holo riportò la sua attenzione alla patata.
“Quindi, quanto sei brava?”
“Beh, abbastanza per dire che quello che hai detto riguardo la mia coda non era un semplice complimento.”
Sconvolto, Lawrence rimase in silenzio. Holo ridacchiò allegramente.
“Non è perfetta, penso. Puoi credermi o meno… Come preferisci,” disse Holo maliziosamente, leccando il formaggio dalle propria dita.
Aveva avuto nuovamente la meglio su di lui, ma se lui avesse reagito, questo le avrebbe solo dato una nuova opportunità. Lawrence si ricompose e ci riprovò.
“Quindi lascia che ti chieda: la storia del giovanotto è vera?
“Giovanotto?”
“Quello con cui abbiamo parlato vicino alla fornace.”
“Oh. Eheh, l’hai chiamato ‘giovanotto’.”
“C’è qualcosa di divertente?”
“Dal mio punto di vista siete entrambi dei giovanotti.”
Se avesse provato a replicare, lei ci avrebbe giocato ancora di più, perciò Lawrence soffocò la replica che gli saliva in gola.
“Anche oserei dire che tu sei leggermente più cresciuto rispetto a lui. Per quanto riguarda il tuo ragazzetto, mi è sembrato che stesse mentendo.”
Lawrence si calmò; questo confermava i suoi sospetti.
Durante la loro conversazione nella sala, il giovane mercante Zheren aveva parlato a Lawrence riguardo un’opportunità di guadagno.
C’era un certa moneta d’argento in circolazione che sarebbe stata sostituita con una moneta che aveva una maggiore percentuale di metallo. Se la storia era vera, le vecchie monete d’argento avrebbero avuto una qualità minore rispetto alle nuove, ma il loro valore sarebbe stato lo stesso. Tuttavia, quando sarebbero state scambiate per altre valute, la nuova moneta d’argento sarebbe valsa di più della vecchia. Se qualcuno potesse conoscere in anticipo quale moneta sarebbe stata sostituita, questo qualcuno potrebbe comprarle in blocco, per poi scambiarle con le nuove monete, monetizzando così la differenza di valore in puro profitto. Zheren affermò di conoscere quale moneta tra tutte quelle in circolazione sarebbe stata sostituita, e che avrebbe condiviso l’informazione in cambio di una percentuale dei profitti. Dal momento che Zheren aveva fatto certamente la medesima offerta ad altri mercanti, Lawrence non riuscì a mandare giù tutta la storia.
Holo fissava il vuoto come se stesse ripensando alla conversazione, poi mise un pezzo di patata nella sua bocca e lo ingoiò.
“Non so quale parte della storia fosse la bugia né ho capito i dettagli della conversazione.”
Lawrence annuì e la prese in considerazione. In realtà egli non si aspettava così tanto da Holo.
Ammettendo che il fatto in sé non fosse una bugia, Zheren deve aver mentito riguardo le monete, in qualche modo.
“Beh, la speculazione monetaria non è cosa rara di per sé. Tuttavia…”
“Non hai capito perché stava mentendo… Sbaglio?”
Holo strappò un bocciolo dalla superficie della patata e mangiò il resto. Lawrence sospirò.
Doveva ammettere che lei da tempo aveva ottenuto il controllo su di lui.
“Quando qualcuno sta mentendo, ciò che è importante non è il contenuto della bugia, ma la ragione dietro a questa,” disse lei.
“Quanti anni pensi che mi siano serviti per capire questa cosa?”
“Oh? Tu potresti aver chiamato Zheren ragazzetto, ma, ai miei occhi, lo siete entrambi,” disse Holo orgogliosamente.
In momenti come questi, Lawrence desiderava che Holo non sembrasse così dannatamente umana. E pensare che la giovane Holo avesse capito da tanto tempo i motivi della sua grande sofferenza, era troppo per lui.
“Se io non fossi qui, che cosa faresti?” chiese Holo.
“Per prima cosa cercherei di capire se la sua storia fosse vera o no, poi farei finta di crederci.”
“E questo perché?”
“Se fosse vera, potrei ottenere un profitto semplicemente seguendolo. Se fosse una menzogna, allora qualcuno da qualche parte sta architettando qualcosa, ma potrei ugualmente trarne profitto se tengo alta la guardia.”
“Mh. E dato che io mi trovo qui, e che ti ho detto che lui sta mentendo, allora…”
“Uhm?”
Finalmente Lawrence comprese cosa gli stava sfuggendo, “Ah.”
“Eheh. Capisci, non c’è niente su cui tormentarsi. In qualunque caso accetteresti la sua proposta,” disse Holo sorridendo. Lawrence non replicò.
“Prenderò quest’ultima patata,” disse Holo rubando la patata dal tavolo.
Da parte sua, Lawrence era così imbarazzato da non riuscire nemmeno a spezzare la patata che teneva in mano.
L’umore di Lawrence peggiorava soltanto mentre lei mostrava interesse per lui. Diede un morso vendicativo alla sua patata.
Si sentiva, di nuovo, un apprendista itinerante che imparava dal suo maestro.

Traduzione: Slyder
Check: Babu
Adattamento: Misaka

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