Koyomimonogatari – Koyomi Stone 006 (FINE)

Ce l’abbiamo fatta.
Siamo tornati con le uscite regolari. Nel mese di luglio vedrete almeno una serie nuova e, in agosto, una sorpresa derivante dalla solida collaborazione con Vino dei Baccano Novel ITA!
Intanto, godetevi la conclusione della prima parte di Koyomimonogatari.
Ce ne mancano 11.
Preparatevi.

Koyomimonogatari
Koyomi Stone
006

E ora l’epilogo, o per meglio dire, la battuta finale.
Ignorando Hanekawa, corsi per i corridoi e uscii dall’istituto per dirigermi verso il cortile. Appena raggiunsi l’aiuola, alzai l’altare che custodiva la maledetta pietra e lo distrussi lanciandolo a terra.
“HAHAAHAHAHAH”
No.
Era inutile, anche dopo averlo distrutto, non sono riuscito a calmarmi. Continuai a colpirlo fino a quando non era diventato una stupida ed inutile pila di legno di scarto.
In realtà, anche se non lo avessi fatto, sarebbe stato un mucchio di legname con una pietra dentro, ad ogni modo, ho preso il tutto e l’ho gettato nei bidoni.
L’ho fatto davvero.
Per arrivare a quel punto avevo impiegato ben due anni.
“…”
Esattamente.
Non c’è bisogno di dirlo, quella specie di santuario l’avevo costruito io due anni prima, nel laboratorio dove si lavorava il legno e, in seguito, l’avevo lasciato nell’aiuola prima di tornare a casa. Una vicenda molto simile a quella che Hanekawa aveva intuito.
Dunque, non ne avevo ricordato la forma perché avevo fatto qualcosa di simile in classe, io avevo costruito proprio quella cosa e l’avevo completamente dimenticato.
Ho davvero detto di essere diverso da Hanekawa, visto che non riesco a ricordare qualcosa di due anni fa, ma lì si stava esagerando. L’avevo chiamato grezzo, il lavoro di un bambino, logoro e altre cose terribili. Chi mai avrebbe pensato fosse proprio un mio lavoro.
Ora capisco perché Oshino aveva quel sorriso, si stava decisamente trattenendo dal ridermi in faccia.
Hanekawa aveva affermato di averci mostrato il suo lato imbarazzante, ma non poteva minimamente paragonarsi alla vergogna che provavo io in quel momento.
Sembrava comunque che non fossi stato scoperto da lei che, con tutta probabilità, non avrebbe neanche lontanamente pensato che una persona potesse completamente dimenticare qualcosa successa due anni prima.
Ero così a disagio che probabilmente non sarei più stato capace di guardarla di nuovo negli occhi. Tuttavia, le lezioni stavano per iniziare, la mia frequenza era a livelli infimi e Hanekawa mi stava aiutando a recuperare, quindi non potevo non tornare in classe.
Guardai la pietra mentre mi allontanavo dai bidoni.
Già, ora riuscivo a vederla soltanto come una normalissima pietra.
Non si muoveva.
Era solamente una stupida, noiosa, vecchia roccia.
Per il momento le caramelle erano ancora lì, ma di per sé non erano efficaci nel far apparire la pietra come una statua o un oggetto di culto. Se avessi pulito tutto per bene, probabilmente le caramelle non sarebbero state poggiate qui una seconda volta ma, appena l’ho pensato, mi sono sentito un po’ in colpa per aver distrutto il santuario a causa del mio imbarazzo.
Beh, essendone il creatore, ero l’unico a sapere che non avrei sicuramente ricevuto una punizione divina. Mi sentivo in colpa per la pietra che prima era stata adorata come un oggetto divino ed ora era tornata ad essere un semplice sasso, come risultato della mia riluttanza nel portare un fallimento a casa.
Potrebbe essere strano preoccuparsi per una pietra ma, appena ci ho ragionato, sono entrato nell’aiuola e l’ho afferrata.
“È venerata perché è un’anomalia o è un’anomalia perché è venerata?” le parole di Oshino mi frullavano in testa.
Infatti, per quanto riguardava le caramelle, erano state utilizzate proprio come offerte. È possibile che la mia azione sconsiderata abbia trasformato questa pietra in un’anomalia e, pensando a ciò, il mio pentimento si fece ancora più grande.
Da una normalissima pietra a una statua benedetta e poi, possibilmente, a un’impensabile anomalia, e ora non più collegata alle sue origini; era forse il giorno in cui un’anomalia diventava normalità.
Era possibile che quel giorno fosse davvero arrivato e, non appena lo pensai, giunsi anche alla conclusione che il mio frequentare la scuola senza uno scopo fosse un problema.
Ne ero convinto.
Quando ritornai in classe, la professoressa non era ancora arrivata, così chiesi a Hanekawa se fossi una persona di legno, di pietra o apatica, senza alcun apprezzamento per la mia stessa vita. Una semplice pietra può diventare una statua, il legno può diventare un santuario, allora essere di legno o di pietra magari non sarebbe stato tanto male.
“Uhm? Ma questa pietra…”
In quel momento capii.
Me ne resi conto solo quando l’ho avuta tra le mani, era qualcosa che non avevo realizzato nemmeno due anni prima.
Sì, quella sensazione era inconfondibile.
“È solo cemento!”

Traduzione: Beatrice Ushiromiya
Check: Roxas
Adattamento: PsychoWaifu

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