Index II – Capitolo 2-9

Minuscolo epilogo del capitolo 2!
Ci vediamo settimana prossima con l’inizio del 3, non manca tanto alla conclusione di questo volume.
Buona lettura!

Capitolo 2-9

In quel momento, in uno specifico dormitorio studentesco, o meglio, in una specifica vasca da bagno di un dormitorio studentesco, la ragazza Index, che stava sorvegliando l’abitazione, si stava scambiando occhiatacce con il gatto randagio Sphinx.
Il gatto calico sembrava già essere stato addomesticato, quindi non faceva cose carine. Non correva dietro il gomitolo di lana lanciato, continuava a nascondersi sotto il tavolo anche dopo che veniva chiamato più volte, avrebbe strappato il cibo alle altre persone mentre stavano mangiando. L’ultimo punto era davvero una cosa seria. Per Index, che aveva un appetito vorace, era importante che Kamijou Touma cucinasse per lei.
Capì che doveva addestrarlo. Avendo deciso di smettere di trattarlo in maniera gentile e in quel momento stava combattendo col gatto, ricoperto da bolle. D’altronde, Index aveva ben studiato le elaborate spiegazioni di Kamijou su come usare il supporto automatico per l’acqua calda nel bagno, e cautamente era riuscita a farlo funzionare.
(… Piuttosto, che fine ha fatto Touma?)
Aveva alcune domande che le giravano in testa. La prima riguardava ciò che si erano detti durante la conversazione di prima. Non tanto perché Kamijou avesse detto che voleva soltanto testare se il telefono funzionasse, ma piuttosto il fatto che Kamijou le avesse perdonato l’aver mangiato il suo budino.
Inoltre, valeva la stessa cosa per il gatto che in quel momento era coperto dalle bolle di shampoo e con il pelo dritto.
In sostanza, Kamijou non avrebbe fatto niente che non gli fosse piaciuto.
Anche se sapeva che non c’erano altri modi, se non l’avesse voluto assolutamente fare, avrebbe pensato ad un altro metodo per risolvere la situazione.
Proprio quel Kamijou che aveva accettato quelle due semplici cose su cui non era d’accordo. Era veramente troppo strano.
Index si decise e annuì col capo. Uscì dal bagno e si rimise il suo abito da suora, Walking Church. Nel corridoio, prima ancora che aprisse la porta, realizzò che anche se voleva discuterne con Kamijou, avrebbe dovuto sapere dove si trovasse. Ovviamente, non aveva modo di chiamarlo. Questo perché Index non sapeva proprio come un telefono funzionasse, e visto che quello dell’appartamento di Kamijou aveva anche il fax, c’erano così tanti bottoni che non sapeva neanche da dove iniziare ad usarlo.
Stava per arrendersi e per ritornare nella stanza adiacente, ma notò qualcosa.
C’era una cosa simile a una carta dei tarocchi attaccata al muro.
Era l’impronta runica che il mago Stiyl Magnus usava.
“…”
Index fissò la carta.
Stava succedendo sicuramente qualcosa. Sicuramente aveva lasciato Index a casa per occuparsi di qualcosa da solo.
Index ricordò. Alcuni giorni prima, aveva incontrato quell’adolescente privo di emozioni. La disperazione e l’ansia provate da Index le provocarono un’estrema inquietudine.
Correre. Poteva solo correre.
Fortunatamente, Index aveva, in testa, la conoscenza dei 103’000 grimori. Sapeva come funzionava la magia di Stiyl. I maghi dovevano continuamente fornire alle rune un flusso magico per mantenerle attive.
Per esempio, quando un’anima andava perduta, si sarebbe formata un qualcosa di simile ad un filo sottile che la collegava al corpo. Anche se Index non poteva usare la magia, era in grado di tracciare il potere magico, quindi non si sarebbe persa.
E così, Index corse verso il campo di battaglia senza nemmeno chiudere la porta.
Non aveva capito che un’azione del genere avrebbe portato guai ancora più gravi.

Traduzione: Shaft
Check: Darwin
Adattamento: Misaka

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